LE MUMMIE TATUATE DI GEBELEIN
Era il 19 settembre 1991. Una coppia tedesca in vacanza sulle Alpi, i Simon, scendeva dalla punta di Finale, una vetta a più di 3.500 metri di altitudine nelle Alpi di Ötzal o Venoste. Durante l’escursione s’imbatterono in un cadavere tatuato tra le nevi del ghiacciaio di Hauslabjoch. In un primo momento pensarono che si trattasse dei resti di un escursionista rimasto sepolto sotto la neve, forse per decenni.
Il luogo del ritrovamento dista appena 90 metri dalla frontiera tra Italia e Austria, e i Simon decisero di avvisare le autorità austriache. La loro scelta causò un conflitto tra i due Paesi, che reclamarono per sé i resti. La contesa si risolse solamente quando venne stabilito il punto esatto del ritrovamento, in territorio italiano. In ogni caso, il corpo di Ötzi venne in un primo momento esaminato dalle autorità austriache che, come i Simon, propendevano per l’ipotesi del cadavere con tatuaggi di un escursionista scomparso e nei giorni seguenti estrassero il corpo dal ghiaccio e lo portarono in elicottero a Innsbruck per sottoporlo all’autopsia.

Dettaglio dei 61 tatuaggi presenti sul corpo di Otzi
Appena iniziarono ad analizzarlo apparve chiaro che quello di Ötzi era un ritrovamento straordinario. La pelle, l’ascia di rame e altri utensili rinvenuti vicino al cadavere indicavano che era molto più antico, e a Ötzi s’interessarono vari archeologi, tra cui Konrad Spindler, allora capo dell’Istituto di Preistoria dell’Università di Innsbruck, che sarebbe diventato uno dei più grandi esperti in materia
Quando il cadavere di Ötzi venne trovato da Helmut ed Erika Simon era in posizione prona, con il braccio sinistro allungato e incrociato davanti al petto. Quello destro invece era steso lungo il fianco. Tale posizione fu spiegata solo dieci anni dopo il suo ritrovamento, nel 2001, quando il radiologo Paul Gostner, dell’ospedale di Bolzano, scoprì che Ötzi era stato assassinato: la mummia tatuata aveva una punta di freccia conficcata nella spalla sinistra, una ferita mortale che gli aveva paralizzato il braccio e aveva sezionato l’arteria, causando la morte per dissanguamento. Alcuni scienziati suggerirono poi che la posizione del cadavere potesse essere dovuta al fatto che, dopo la morte, qualcuno avrebbe girato Ötzi per provare a estrarre la freccia. Costui avrebbe strappato l’asta senza però riuscire a rimuovere la punta che rimase conficcata nel cadavere.

Non sappiamo perché l’abbiano ucciso ( l’’omicidio di Ötzi è avvenuto circa 5.300 anni fa, in piena Età del rame), però conosciamo diversi dettagli sulla sua condizione fisica. Quest’individuo maturo, con il volto solcato dalle rughe e dalla corporatura abbastanza minuta – pesava 50 chili ed era alto 1,60 metri – aveva la malattia di Lyme, che si contrae in seguito al morso di una zecca. La scoperta della patologia si deve alla presenza del batterio borrelia burgdorferi nel sangue. Era affetto pure da parodontite, l’infiammazione delle gengive, da calcoli biliari e da un’artrite che cercava quasi sicuramente di combattere con tatuaggi terapeutici. Eppure, nonostante tutto, era riuscito a sopravvivere in un ambiente molto ostile.
Il suo equipaggiamento dimostra che era pronto per un lungo viaggio. Gli indumenti erano composti da cinque tipi di pelle: portava un berretto in pelle d’orso, una sopravveste di capra e pecora, gambali fino al ginocchio in cuoio di capra, dei calzoni e una cintura in pelle di vitello. Le scarpe avevano la suola in pelle d’orso e di cervo, una rete di corteccia di albero e un’imbottitura interna in paglia. Tutte le pelli avevano ricevuto un’accurata lavorazione che includeva la raschiatura, l’affumicatura e un trattamento con grasso per renderle impermeabili. Sul corpo portava un parapioggia, o una stuoia, di fibre vegetali intrecciate. Poiché i suoi strumenti e le armi erano logori o incompleti, si crede che fosse fuggito al volo dal suo luogo d’origine, proprio come se stesse scappando da qualcuno.
Ötzi è la più antica mummia umana con tatuaggi mai trovata in Europa, testimone di un passato in cui un po’ per volta si evolvevano la tecnica e la cultura, ma nel quale la violenza era fin troppo presente. Forse un giorno la scienza riuscirà a comprendere il movente di questo crimine, che rimane ancor oggi un mistero.

Posizionamento dei tatuaggi sul corpo
Il dettaglio più straordinario è la presenza di numerosi tatuaggi sul corpo dell’uomo, che potrebbero aver avuto fini terapeutici perché posti in corrispondenza delle articolazioni. Del resto, Ötzi soffriva di artrite. La mummia ha 61 tatuaggi suddivisi in vari gruppi, alcuni posti in strati profondi dell’epidermide. Tutti i tatuaggi presentano forme geometriche riunite in due gruppi: per lo più si tratta di linee parallele, ma in alcuni tatuaggi ci sono anche delle croci. I tratti che compongono i disegni misurano tra gli 0,7 e i 4 centimentri.
I due tatuaggi che compaiono sul petto coincidono con il punto in cui sappiamo che Ötzi patì forti dolori perché predisposto a problemi cardiaci (aterosclerosi). Per realizzare i tatuaggi s’incideva la pelle e si strofinavano le ferite con polvere di carbone. Non sappiamo se i tatuaggi avessero fini estetici o terapeutici, ma non si può scartare l’ipotesi di un qualche misterioso significato religioso o simbolico.

Dettaglio tatuaggi zona lombare